La famiglia allargata dell’alternative (post)metallaro.
Per la serie “bentornati, ragazzi” non potevano mancare i veterani metallari di Boston, che si rifanno (ehm) vivi dopo la grande scomparsa del loro bassista Caleb Scofield. Eh sì, perché i Cave In hanno attraversato una serie di evoluzioni diverse nel corso degli anni: sono stati pionieri del metalcore illuminato, opportunisti suonatori di rock alternativo delle major e ultra-citati post-metallari ante litteram. Poi una brutta storia, che è stata emotivamente ripresa dagli ultimi bei dischi degli Old Man Gloom.
Qui, al ritorno sulle scene, fanno un po’ una summa e buttano tutte le vecchie influenze nel calderone, senza prendersi troppo sul serio e piazzando una piccola hit goliardica e radiofonica, dimentica della tragedia, o forse proprio per quello impostata in altra direzione. Nel 2019, i Cave In hanno pubblicato il loro album Final Transmission: è stato l’ultimo LP che hanno registrato con Caleb, dipartito anzitempo, all’età di 39 anni, in un incidente d’auto. Dall’uscita di quel disco, il frontman Stephen Brodsky è stato impegnato con i suoi altri milioni di progetti: Mutoid Man e Old Man Gloom (appunto) tra i più noti, senza dimenticarsi dell’amicizia/sodalizio con certi Converge, non solo per l’ultimo Bloodmoon.
Il nuovo LP si chiamerà Heavy Pendulum, e fortunatamente quell’incombente “final” del precedente titolo non sarà simbolo dell’ultimo tassello discografico del quartetto del Massachusetts. Sarà invece il loro primo album per Relapse Records e anche il loro primo registrato con il nuovo bassista Nate Newton, anche lui in Converge, Doomriders e Old Man Gloom. La grande famiglia allargata, insomma. C’è infatti anche il chitarrista/produttore Kurt Ballou (indovinate un po’? Sì, anche lui nei Converge). Tra post-metallari con la camicetta a quadri ci si intende.
New Reality, il primo singolo e brano di apertura, funziona per quello che è: il basso in prima linea, i riff quelli giusti, il ritornello ok e il growl solito marchio di fabbrica. Nel video – tornati ragazzi (o ragazzacci) nello studio di Ballou (ormai Mecca di queste sonorità) – si ritrova un po’ di verve che sembrava essere stata persa. Bentornati, ragazzi, dicevamo. Facciamo che non ci si perde di vista stavolta, eh.