L’attesa sta per finire, i maestri della cattiveria tornano dopo quattro anni di oscurità e qualche split.
C’è qualcosa di straordinario in certe band. In apparenza praticano lo stesso genere di mille altre e in fondo, nella loro storia, magari non hanno neanche inventato nulla, però hanno una marcia differente e per quanto si tenti di liquidarle nel grande marasma di epigoni e imitatori stanchi, riemergono sempre con una prepotenza irrefrenabile e di livello superiore. I Watain sono l’esempio giusto a riguardo.
La musica black metal in fondo non ha grandi pretese. Si tratta di vomitare sul pubblico una mistura di bile, paganesimo mal digerito e un infame bolo nazi-oriented, farlo su una base suonata in modo incerto, esasperando quei quattro riff già abusati e ammantando il tutto di una produzione lo-fi che fa “trve” ma il più delle volte serve solo a parare le evidenti magagne tecniche e creative.
I Watain non sono i salvatori della “patria inferi”, si atteggiano a cattivoni contro-umani come gli altri, però hanno una capacità di farlo più personale e schietta. The Howling è un brano variegato alla salsa di petrolio, con fraseggi pustolari e lamentevoli bestemmie, confezionato in un videoclip minimale e sgranocchiato dalle intemperie.
Il tutto fatto da gente che non crede si debba cambiare discorso, ma dirlo in modo sempre energico e livoroso, strapazzando i poveri cuoricini persi nelle tenebre e rivoltando le viscere del metal in cerca di qualche vecchia chiave sotterranea. Il brano giusto per salutare la primavera, al prossimo chiar di luna.