Diamanti sfregiati da maree nere.
Non abbiamo nemmeno finito di ascoltare lo splendido lavoro della loro cantante Dalila Kayros, che i SYK ricompaiono (con un cambio di formazione dietro le pelli) dal limbo nel quale sembravano essere precipitati con un singolo che anticipa la prossima uscita del nuovo album.
E che pezzo! Il quartetto made in Italy arrivato al fatidico traguardo del terzo disco rimane fedele al proprio trademark, senza perdere però l’occasione di alzare l’asticella avant-garde, condensando in pochi minuti quintali di violenta paranoia cervellotica che gronda emotività lacerata da ogni riff.
Non stupisce che su di loro si siano posate le mani prima della Housecore (per il Nord America) e ora addirittura della Nuclear Blast (per l’Europa): i SYK sono quanto di più allucinatamente fresco e tagliente si possa ascoltare oggi in ambito estremo dalle parti dello sludge – una lama affilata pronta a incidere ogni nervo teso con chirurgica precisione.
Menzione d’onore per il videoclip claustrofobicamente asettico a opera di Vittorio Bottini e Silvano Ancellotti: il perfetto compendio visivo per una prelibatezza sonora adatta alle orecchie più esigenti.
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