Vietato scopare, anche con se stessi.
Giacomo Leopardi non era certamente un ragazzo pieno di brio, perlomeno basandoci da quanto ci ha lasciato in eredità. Tra le sue intuizioni migliori, sicuramente il passaggio dal pessimismo storico a quello cosmico riflette maggiormente il momento che stiamo vivendo: mai come ora siamo stati circondati da rabbia, nichilismo e depressione. Sembra quasi che gli accadimenti degli ultimi anni abbiano risvegliato negli esseri umani dei sentimenti all’apparenza sopiti (probabilmente dopati a botte di Xanax e social media) che gridano vendetta. E no, non sono sole cuore amore e belle frasi multicolore. L’infelicità, la tristezza e il malessere interiore sono alla base di ogni uomo, emozioni ancestrali che si trasformano in molti casi in rabbia, frustrazione ed odio.
Gli Hate & Merda sono la trasfigurazione in musica di questi pensieri, e più che da ascoltare restano qualcosa da sentire. Meglio ancora se questo concetto lo si usa per un gioco grammaticalmente scorretto ma efficace al fine della comprensione: tradurre letteralmente sia “ascoltare” che “sentire” in inglese, perché la differenza tra listen e feel è ancora più marcata.
Incontrovertibile (tratto da Ovunque Distruggi, il loro ultimo, difficile, ma nondimeno splendido lavoro) perfora i nervi come mille aghi ipodermici zeppi di sale, in un loop senza fine che alza l’asticella della soglia del dolore sempre un po’ più in su, fino alla catarsi rovesciata che diventa implosione di pensieri e sensazioni in tinta Vantablack. Un buco nero che risucchia il nostro Io partendo da dietro l’ombelico fino a mangiare lentamente il nastro registrato della nostra esistenza, troppo sottile nel suo quarto di pollice per resistere sempre e comunque a tutto.
Hate & Merda sono colonne sonore esistenziali di cui i nostri peggiori incubi hanno paura.
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