Giocattoli esplosivi recuperati in soffitta.
In un mondo perfetto i Verdena dovrebbero essere riconosciuti dal pubblico come una delle band rock migliori che l’Italia abbia mai partorito e riempire i palazzetti. Invece fanno parte di quella cerchia di artisti rispettati e lodati dalla critica, osannati dai fan ma che, per qualche motivo, non sono mai riuscito a raggiungere il grande pubblico. Che questo sia un peccato o meno fa parte dei discorsi da bar che lasciano il tempo che trovano, sta di fatto che ufficialmente il trio bergamasco è in stand by discografico da sette anni e ritrovarsi ora tra le mani una manciata di pezzi nuovi è quello che ogni aficionado sognava ormai anche il 30 febbraio.
Poco importa che siano degli scarti provenienti da session precedenti (da Wow, precisamente) rimaneggiati in studio per l’occasione: nel regno dei ciechi chi ha un occhio è re e la scusa della colonna sonora del nuovo film dei fratelli D’Innocenzo è un ottimo espediente per ingannare l’attesa del disco attualmente in lavorazione.
E che bell’inganno! Scintillatore (il singolo scelto per America Latina) è una sfuriata noise distorta e acida, un magma stoner che sembra essere sempre sul punto di esplodere, come se la bambola a gas del sottotitolo non aspettasse appunto altro che una scintilla(tore) per deflagrare. Questo senso continuo di tensione è la spina dorsale di un brano che, pur nella sua semplicità, risulta letale quanto basta per lasciare storditi gli ascoltatori.
Vi ricordate le (non troppo) famose Spore dei Marlene Kuntz, che nel loro essere intuitivamente grezze e senza fronzoli spesso riuscivano a surclassare anche i pezzi ufficiali? Ecco, la sensazione è questa.
Non avranno i palazzetti pieni, i Verdena, ma hanno sempre saputo (e sanno ancora) lasciare un segno.