Metallo così piccante da farvi sudare.
Notevoli gli Once Human con questo Erasure, brano squadrato, massiccio ma allo stesso tempo trasudante blues e malessere grunge. La botta è degna dei Lamb of God e del metallone americano odierno, con le chitarre ribassate, gli accordoni di settima e nona, il Mesa Boogie a far da altare per la liturgia decadentista. Ma non è tutto qui. Tra un breakdown d’ordinanza e un salta-salta sul MI basso, c’è un’atmosfera oscura e quasi romantica.
La pettoresca Lauren Hart con la mise da ora di zumba sa di ascelle sudate e preciclo, ma quando si ficca in bocca l’obiettivo e sgrunta il ritornello, si apre nel petto del vecchio metallaro annichilito dall’onda lunga digitale, un barlume di speranza. C’è emozione dietro i ritmi calibratissimi, nella cristalleria dei suoni grandi e inoffensivi del moderno diverbio sonoro. E tanto basta.
Erasure è un gran bel modo di ricominciare dalle macerie depressive degli Alice in Chains senza rinnegare le lunghe ore di piegamenti dello zio Anselmo. E per una volta la female singer non ci fa pesare le sue micragne ormonali e non fa a gara di gozzi con la plebaglia testosteronica senza capelli e senza idee che c’è in giro. Insomma, ad averne!