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The Hellacopters: Reap A Hurricane
Old wave, diremmo oggi, del rock scandinavo

The Hellacopters
Reap A Hurricane

I vecchi zii che non sentivi da tempo e che hai rivisto giusto a Natale.

Ho-ho-ho! Babbo Natale ci ha portato un bel regalo, insieme al sacchetto di nuove FFP2. I veterani del rock’n’roll svedese, gli Hellacopters, pubblicheranno infatti Eyes of Oblivion , il loro primo album di materiale originale in 13 anni, che uscirà per Nuclear Blast il 1 aprile 2022, e qualche settimana fa è spuntato fuori il primo, succulento singolo anticipatore.

Il patrono Nicke Andersson afferma: «L’album ha 10 canzoni e, anche se ovviamente non è affatto facile essere obiettivi, penso che musicalmente riassuma tutto ciò che abbiamo toccato dall’inizio nel 1994 fino a oggi. Alcune delle canzoni risalgono a 10 anni fa o più e altre sono state scritte più di recente. È rock and roll suonato con alta energia, quindi in mancanza di un termine migliore chiamiamolo high-energy rock’n’roll. Potresti dire che suona come i Beatles che incontrano i Judas Priest o i Lynyrd Skynyrd che incontrano i Ramones, ma il modo migliore per descrivere questo album è che suona come gli Hellacopters di oggi.»

Con una presentazione così verrebbe l’acquolina in bocca a chiunque pretenda di affibbiarsi il titolo di punk-rocker. E non solo quello. Ed è ancora una volta merito di una di quelle formazioni davvero speciali che hanno trasceso i confini di genere, pur essendo ben delineati nel genere stesso. Sì, perché dici Hellacopters e mica pensi solo al punk, ma anche agli Entombed, o ai Backyard Babies, per non parlare degli altri gruppi più disparati che hanno accompagnato dal vivo dopo l’ultima, recente reunion.

Ancora come dei redivivi MC5 del garage punk old school (strano pensare fosse un tempo una specie di new wave del rock svedese), la nuova Reap a Hurricane convince per la sua purezza rock’n’roll e proprio per il fatto che non esuli per nulla dalle sacre coordinate di riff cazzuto, ritmo base e chorus da cantare in macchina. Bastava forse così poco per esaltarci di nuovo? Forse sì.

The Hellacopters 

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