Il gemello figlio unico non smette di far sognare.
Perché qualcuno scrive di musica? I motivi possono essere molteplici. C’è chi lo fa per darsi un tono, chi per il piacere di condividere, altri ancora per consigliare o meno qualcosa che a loro avviso valga la pena di ascoltare.
Per esempio: anni fa vigeva anche la regola etica del “cercare di non far buttare soldi alla gente”, ma oggi non ha più senso. Al massimo non si deve buttare via tempo ascoltando ciofeche, quello sì.
Il problema è quando escono lavori di persone come Robin Guthrie. Allora sì che si rischia di “ballare di architettura”, come diceva il buon Frank.
Perché se tu sei stato la mente che ha creato i Cocteau Twins, plasmando letteralmente un certo modo di fare musica e inventando di fatto lo shoegaze e tutto quello che ne è derivato, cosa può aggiungere un miserabile recensore? Fregnacce. Solo fregnacce. Ci si può barcamenare con frasi filosofeggianti pregne di esercizi stilistici, ma che alla fine sono fregnacce.
Il fatto è che la verità è una e una sola: questo nuovo EP di Robin è tutto quello che avremmo voluto sentire oggi dai Cocteau Twins. Gli manca “solo” la voce di Liz Frazer, ma non per questo è un lavoro zoppo, anzi. Sono brani in cui perdersi, brevi schizzi di genio assoluto. The Faraway è forse quello più accessibile, anche se il consiglio è quello di un ascolto in toto dei quattro brani, per immergersi nostalgicamente in quei suoni che hanno fatto scuola e che continuano a far sognare a distanza di decenni.