Quando la sottrazione è il vero valore aggiunto.
La carbonara è sicuramente uno dei piatti più famosi e gustosi della cucina italiana. Già solo pronunciare il suo nome attiva le papille gustative dei buongustai di mezzo mondo, e a ragione: con pochi semplici ingredienti (cacio, pepe, guanciale, uovo) la pasta diventa un’esplosione di gusto difficilmente superabile, e chi l’ha assaggiata anche solo una volta non la dimentica più.
Gli Smiths sono stati la carbonara dell’indie inglese anni ‘80: all’apparenza semplici, riuscivano con la loro alchimia a spiccare nel mucchio creando brani e album unici che hanno fatto breccia in tutti coloro che cercavano quel sapore deciso e diretto. Ma gli Smiths non ci sono più. Eppure…
Eppure Johnny Marr continua a pubblicare dischi, e non stupisce quanto il marchio “Smiths” sia ben visibile: d’altra parte la bellezza musicale di capolavori come Bigmouth Strikes Again superava anche la pur splendida interpretazione di Moz. Questo per dire che se manca un ingrediente alla carbonara (nello specifico l’uovo-Morissey) otteniamo la gricia, altro piatto sopraffino da leccarsi i baffi. Ecco allora che Night and Day è il pezzo che ogni fan di Marr (e per esteso degli Smiths) vuole sentire: arioso come pochi, nasconde nelle pieghe della sua apparente semplicità un genio compositivo innato e arrangiamenti raffinati, su più livelli, che si intrecciano a una linea melodica vocale a tratti incerta, ma proprio per questo impeccabile – a dimostrazione di quanto la vena artistica di uno dei chitarristi migliori della sua generazione sia tutt’altro che prossima a esaurirsi.
Una conferma che è conforto, con buona pace dell’uovo sbattuto rimasto da solo.
Johnny Marr The Smiths Smiths Morrissey
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