Perché anche nel black metal una risata seppellirà tutti.
Il personaggio di Abbath ha sempre diviso in due la platea degli amanti del metal estremo: chi lo ritiene un esempio di genio e sregolatezza e chi un pagliaccio che ha osato ridicolizzare il culto del true black con atteggiamenti sopra e sotto il palco distanti dalla seriosità richiesta dagli stilemi estetici del genere.
La verità probabilmente è semplice: Olve Eikemo ama la sua musica, ama suonarla e ama divertirsi. Al posto di chiese bruciate e omicidi ha sempre preferito farsi qualche bevuta (a volte pure troppe) lasciando ad altri le prime pagine di cronaca nera. Con gli Immortal ha registrato dei veri capolavori (accompagnati da videoclip imperdibili per gli amanti del trash – sì, quello senza “H”) e dopo la sua tumultuosa uscita dalla band ha continuato a registrare musica di elevata qualità.
Questa nuova Dream Cull, ad esempio: qualcosa di terribilmente catchy, una bordata black’n’roll che suona come una versione nerissima dei Motörhead, in cui Abbath canta come un Lemmy impiastricciato di corpse paint in cerca di vergini da sacrificare più nel proprio letto che su un altare qualsiasi. Sa scrivere bene, il Nostro – anche quando esordisce con una lunga intro acustica (tagliata nella versione del singolo) che non è la solita menata folk buttata lì.
Quindi di cosa incolparlo? Di essere “leggero” nelle interviste? Di essere divertente quando risponde sarcasticamente e sopra le righe al malcapitato giornalista? Di vestirsi e muoversi in modo ridicolo sul palco come fosse Gene Simmons? Di avere fondamentalmente la stessa attitudine “funny” dei Venom? Ma anche fosse tutto vero, finché scrive e suona cose simili, che importa della forma? La sostanza c’è tutta e mette a letto centinaia di progetti true per modo di dire, che dietro ai concetti di “lo-fi”, “raw” e menate varie nascondono una pochezza di idee imbarazzante.
Lunga vita a Olve dunque, compreso tutto il campionario di luoghi comuni del video: alla fine, it’s only rock and roll.