Fa’ la cosa giusta (al momento giusto).
Quando metti su un’impresa familiare, due cose contano: la qualità del prodotto – ovviamente – e poi il retaggio. Oppure, se preferite, le radici: croce e delizia di ogni artista occidentale, più di chiunque assillato dall’ansia dei propri modelli. A maggior ragione se rientra nella vituperata categoria dei figli d’arte. Dal 1996, infatti, i North Mississippi Allstars girano attorno ai fratelli Luther e Cody Dickinson, rampolli di quel leggendario Jim che è stato produttore, musicista e profondo conoscitore dei meccanismi della tradizione e dei grimaldelli utili a scardinarli per non scivolare nel purismo o nell’accademia.
Siccome buon sangue non mente, i ragazzi partono da lì, dalla devozione e dalla conoscenza del bagaglio culturale delle loro terre – il Nord Mississippi, appunto: parliamo dunque di blues da palude, marce popolari, rock’n’roll primigenio e dei Sixties, country, gospel – per mantenerlo intenso e fresco in spirito e forma. In una discografia ricca e impeccabile, hanno contaminato e impastato suoni senza inutili forzature né vuoti accademismi, ma – ancor più da che il babbo è mancato nel 2009 – raccogliendo per strada ospiti e collaboratori, deviando talvolta dal percorso con significative attività parallele e soprattutto tenendo alto il livello di scrittura, verve ed esecuzione.
Ennesima prova di quanto la ricetta sia gustosa, See the Moon anticipa il nuovo album previsto a fine gennaio tramite uno spedito, epidermico groove bluesy spruzzato di soul e aromatizzato con il giusto pizzico di rock leggero anni ‘70. Il genere di cosa che ai Black Keys non riesce più, e che vorresti ascoltare alla radio quando nella tua giornata arriva il momento in cui hai maledettamente bisogno di certezze.
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