Cinema in musica, ovvero l’arte di stupire (ancora) a 60 anni.
Parlare degli In the Nursery è come tracciare una linea che parte dai primi anni ‘80 nell’esplosione post-punk a Sheffield e si snoda poi per quattro decenni, in un percorso che ha tracciato mode e generi, inziando dalla darkwave e sviluppandosi in soluzioni che hanno abbracciato di volta in volta frammenti più o meno pesanti di industrial, synth pop, neoclassica, world music e musica cosmica.
Sempre lontani dai riflettori che contano – ma mai avari di lavori amati dalla critica seria e dal pubblico più attento ed esigente – i gemelli Humberstone festeggiano il quarantesimo anno di attività e i sessant’anni di vita, regalando agli ascoltatori un assaggio del loro prossimo album il cui titolo non è altro che il loro cognome, in uscita a febbraio 2022.
Ekatchrome (The Animator), a un primo ascolto, può spiazzare coloro che hanno seguito e amato Klive e Nigel in tutti questi anni, ma il disorientamento dura quel tanto che basta a riconoscere il trademark distintivo del duo inglese.
Ariosa e cinematografica, si snoda come fosse la colonna sonora di una scena portante in un film di una volta, dove la fotografia e la recitazione facevano la differenza e poco importava quanto gli effetti speciali fossero credibili e impressionanti. Allo stesso modo la struttura raffinata e ricercata del pezzo si spoglia di ogni frivolezza estetica lavorando di sottrazione in maniera sapientemente efficace, lasciando nell’ascoltatore un inaspettato taglio netto al cuore quando in realtà sembravano carezze.
La maestria con la quale gli In the Nursery riescono ad arrivare a composizioni simili è innegabile, così come diventa impossibile non restare rapiti da questa nuova fase grondante 4AD dei Nostri. Mille di questi giorni.