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Holy Youth Movement: Tranquilizer
La sapete l'ultima sui Kasabian?

Alla faccia del tranquillante.

Chi l’ha detto che le raccomandazioni sono una brutta cosa? Gli Holy Youth Movement – che gli amici chiamano affettuosamente HYM – sono un baldo quintetto sorto dalle ceneri di The Shimmer Band, arrivano dall’inesauribile crogiolo di razze, suoni e culture di Bristol e tuttavia di trip hop in loro non ne trovate. Preferiscono darsi l’aria dei tipacci, di conseguenza battono il ferro rovente tra il martello del rock’n’roll stradaiolo e l’incudine di un’elettronica da dancefloor per intellettuali senza spocchia.

Del resto, il minimalismo e l’ipnosi di Stooges e Chemical Brothers sono parecchio vicini, come hanno insegnato i Primal Scream all’inizio del nuovo millennio. Ed è qui che, puntuale, arriva la raccomandazione: lo schiacciasassi ad elevato tasso di orecchiabilità Tranquilizer ospita Andrew Innes a chitarra e sintetizzatore, mentre della produzione e del missaggio si è occupato il navigato Jagz Kooner, già braccio destro di Sua Maestà Andrew Weatherall. Una questione di affinità elettive, dunque, che questi cinque minuti scorrano su quel groove kraut dance attraversando l’immaginaria terra di nessuno dove Detroit e Colonia sono metropoli confinanti.

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Lo stesso dicasi per il senso di deragliamento imminente che non arriva mai ma ti lascia in dote la tensione. Sì, anche se a metà strada – come a un certo punto ti aspetti – si apre una botola alla Giorgio Moroder in cui rifiatare e partire di slancio verso il traguardo, l’adrenalina in cassa dritta e lo sguardo alle strobo che sbrilluccicano sul soffitto. Più che revival, si tratta del classico caso in cui ogni tassello è al posto giusto in un panorama sonoro storicizzato. O, se preferite, di gente che sa come onorare il padre e la madre facendola franca.  

Holy Youth Movement Primal Scream The Shimmer Band Kasabian 

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