Canzoni per salvare brandelli di noi.
È uscito un nuovo singolo degli U2. A un terzo delle persone non fregherà nulla, a un altro terzo sembrerà la solita ballata strappascroto di Bono & Co., mentre gli ultimi si commuoveranno e grideranno al miracolo.
Semplice no? Sono almeno trent’anni (non contando lo splendido Zooropa, che era comunque un po’ il figlio di Achtung Baby) che il quartetto irlandese divide le masse con album sempre meno rivoluzionari. Logico, quando sei una delle band più famose di sempre che ha scritto veri e propri capolavori della musica: l’ascoltatore è spinto a cercare il pelo nell’uovo, ma il confine tra critica oggettiva e soggettiva è labile, molto.
Perché si, è la solita solfa, ma fatta tremendamente bene. Questo singolo a sé stante è un po’ una polaroid anni ‘70, ritraente Elton John e David Bowie, dove le corde vocali dell’ex The Fly riescono ancora in maniera incredibile a far tremare lo stomaco mentre cantano un testo malinconico e semplice, in perfetta sinergia con la musica (epica, ovviamente) che accompagna divinamente. C’è del mestiere, certo, ma il livello è tale per cui lamentarsi equivale a non stupirsi per l’ennesimo murales di Banksy. Solo perché gli standard sono elevati non vuol dire che sotto il 10 sia fuffa.
Perché il disco più brutto degli U2 sarebbe il capolavoro miracoloso di un pinco pallino qualunque. Perché il concetto di band integra e unita (in più di 40 anni mai una defezione o un cambio di lineup) che è letteralmente cresciuta assieme si sente e funziona. E poco importa se – perlomeno su disco – è finito il tempo in cui si voleva cambiare il mondo: in pochi riescono ad abbracciare la sorridente nostalgia del saper invecchiare, guardando al passato e ricordando i motivi per cui siamo diventati adulti. In questo Your Song Saved My Life fa il paio con The Miracle (of Joey Ramone): la musica come detonatore di emozioni, che è rifugio da un mondo che non ci vuole così come siamo, ma soprattutto lo spiraglio di salvezza verso una vita – se non altro interiore – più bella.
Non sarà questa la canzone che salverà il mondo, ma se compresa per ciò che è (e non meramente giudicata mentre si sorregge una tazzina di caffè con il mignolo irrigidito) salverà perlomeno qualche barlume di umanità ed emotività che ancora portiamo dentro nonostante questi mesi davvero difficili. Fosse anche solo per questo, grazie.
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