Il cielo plumbeo in una stanza disordinata.
Il piacere dell’invecchiare risiede anche nei dettagli più stupidi, come saper riconoscere le influenze più disparate, reali o inconsce che siano.
Ecco allora che il nuovo, splendido singolo del duo inglese Mumble Tide si colora di mille sfaccettature. Perché se da un lato loro si definiscono semplicemente un combo bedroom pop, è innegabile che tra le righe delle loro composizioni fresche e irresistibili si celino non solo lo shoegaze e un certo tipo di dream pop, ma anche soluzioni che riportano all’immediatezza dei primissimi Placebo o all’arroganza positiva dei Beach House.
La sopravvivenza nel quotidiano scandita da ritmi sempre meno umani, con Noodle si veste di una nervosa ballata nostalgica sul filo del fuzz, una tela immersa nel noise pop delle chitarre acide maltrattate da Ryan, sulla quale la voce divinamente evanescente di Gina è pennello che disegna linee malinconicamente consolatorie.
Vero che di cose simili lo sgabuzzino di un generico “indie” è zeppo, ma è innegabile che brani come questo siano terribilmente catchy, come uno sguardo penetrante di una persona sconosciuta mentre si attraversa distrattamente la strada. Ora c’è, ora non c’è più, ma lascia una sensazione piacevole di vitalità, magari anche pregna di “and if” ma tutt’altro che arida, proprio come Noodle.