Oops!… L’hanno fatto di nuovo.
A 30 anni dal debutto, i Cypress Hill sono tornati con i primi due singoli che anticipano l’uscita di un nuovo album, prevista per il 2022. Nel mezzo c’è stata parecchia roba, tra cui anche Black Sunday (1993), il triplo platino (oltre 20 milioni di copie vendute) che li ha incoronati seduta stante imperatori dell’hip hop latino-americano.
Il segreto del loro successo? Quello che probabilmente manca a molti rapper di ultima generazione: un po’ di sana cultura musicale. «Siamo cresciuti ascoltando di tutto», ha spiegato Sen Dog, «Rick James e Parliament-Funkadelic, ma anche Kiss e Black Sabbath. Dobbiamo moltissimo a Santana, Celia Cruz e Tito Puente, altrettanto ai Led Zeppelin, ai Cream e ai Creedence Clearwater Revival. Quando abbiamo iniziato a fare i nostri dischi, abbiamo pensato fosse importante far conoscere alla gente il nostro background. Se poi hai un produttore come Muggs, che sa catturare i diversi elementi di tutti quegli artisti e condensarli in un unico progetto, allora hai la combinazione vincente».
Lo scorso marzo, Champion Sound aveva fatto da apripista, riportandoci – tre anni dopo le sperimentazioni dell’acclamato Elephants on Acid – al sound più sporco e diretto delle origini.
Questa Open Ya Mind, fresca di lancio, si appiccica in testa come le manine dei sacchetti delle patatine anni ‘80 ai muri. Anche grazie a un bass groove ipnotico e a un trillo, che, a mo’ di campanello pavloviano, fa aumentare la salivazione e genera dipendenza.
«Prima di buttarmi su Elephants on Acid, pensavo sarebbe stato il mio ultimo lavoro come Cypress Hill», ha detto Dog, «ma le cose possono sempre cambiare. Il modo in cui mi sono sentito dopo averlo fatto e aver portato i pezzi sul palco, mi ha fatto dire: “Cazzo, facciamone un altro!”». Caxxo sì!
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