Tutto lo splendore del black, senza un grammo dei suoi cliché.
Dopo il completamento della splendida trilogia composta dai tre De Doden Hebben Het Goed e relativo minitour finale (dove gli album venivano eseguiti interamente senza pause), era lecito chiedersi se i Wiegedood avrebbero continuato e, se sì, come. Il doloroso e lacerante tributo all’amico prematuramente scomparso era stato ormai scritto: cosa sarebbe restato nelle partiture di una delle band migliori del black metal attuale (chiamatelo post, blackened o quello che vi pare), una volta che la ferita causata dalla sofferenza profonda per una perdita si fosse rimarginata o quantomeno cicatrizzata?
La risposta è nel nuovo singolo uscito a sorpresa, che introduce il prossimo album, There’s Always Blood at the End of the Road, la cui pubblicazione è prevista per il 14 gennaio 2022.
In questa nuova fase dei Wiegedood (moniker già duro di per sé in quanto richiama la SIDS) le coordinate stilistiche condividono con il passato una marcata matrice black, ma qui al post-rock si sostituisce un industrial primordiale intriso di noise, con richiami che vanno dagli Swans periodo Children of God (la parte iniziale) alle soluzioni più schizoidi dei Today Is the Day (la coda). L’aggiunta importante di un basso in primo piano non sminuisce il sempre tagliente lavoro delle chitarre, ma anzi ne esalta ancor di più i dettagli, fondamentali nel dare movimento a un brano solo all’apparenza sparato a mille. Emozionalmente il nucleo non è più il cuore, e nemmeno lo stomaco: la psiche – con tutte le sue deviazioni – prende qui le redini del discorso, tra fobie, paranoie, malattie e ansie, ben descritte dal disturbante videoclip che accompagna il brano.
Se c’erano dubbi sul futuro degli olandesi, Nuages spazza via ogni cosa, riconfermando la band come una delle migliori del panorama estremo attuale. Assolutamente non solo per metallari.
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Trna: Istok