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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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Ghost: Hunter's Moon
Venite a me

Morto un papa se ne fa un altro.

Al primo ascolto il nuovo singolo della creatura di Tobias Forge, uscita come colonna sonora del film Halloween Kills, delude chi ancora si aspettava un ritorno alle sonorità più grezze di Opus Eponymous.

A un secondo ascolto le cose migliorano un poco, anche se i rimpianti per i bei tempi andati in cui attorno al piccolo genio svedese c’era una band continuano a infiammare il lato critico.

Al terzo ascolto c’è la rassegnazione: i Ghost come gruppo (o parvenza tale) non esistono più, la magia del mistero su chi si nascondesse dietro le maschere anche, e le beghe legali tra il leader e gli ex membri hanno riportato tutto in una realtà molto meno fantasiosa e più concretamente fatta di tribunali e denunce via tabloid.

Al quarto ascolto non si può fare a meno di notare quanto lo stile compositivo di Tobias si sia incredibilmente affinato, abbracciando soluzioni melodiche e armoniche che farebbero invidia ai Queen e al mai troppo ricordato Project di Alan Parsons.

Già prima del quinto ascolto però ci si ritrova a canticchiare il pezzo mentre si fa la spesa, ed è lì che il tutto diventa più chiaro: Tobias Forge è sì nato metallaro, ma ha in sé la fiamma rarissima che rende irresistibilmente orecchiabile anche un pezzo all’apparenza minore come questo – brano che di semplice in realtà non ha nulla, con molteplici cambi d’atmosfera e intensità, mille dettagli non centrali che fungono da piccoli hooks al quale il nostro orecchio si aggancia rimanendo in costante ascolto attivo.

Quindi si, quei Ghost sono finiti e probabilmente non torneranno più, ma quello che ci resta è tutt’altro che fuffa: compositori simili che riescono a rendere pop ogni cosa che toccano senza risultare stucchevoli o banali sono merce rara. Forge ha cambiato nuovamente pelle (siamo al Papa Emeritus IV, dopo la parentesi del Cardinale), ma rimane uno dei musicisti contemporanei più validi e convincenti, e Hunter’s Moon probabilmente sarà una bomba nel tour dei palazzetti che verrà. Soprattutto non vi si scollerà dalla testa per molto tempo. La musica valida è anche questo.

Ghost Tobias Forge 

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