Irresistibile truzzaggine elevata al cubo.
Gli armadi degli amanti della musica sono zeppi di peccati inconfessabili. Quei dischi/scheletri da tenere nascosti agli amici snob, di cui nessuno parla e quando capita fingere di non saperne nulla o al massimo denigrare. La cosiddetta robaccia insomma.
Che poi, in fondo, “de gustibus non disputandum est”, ma come dire, un minimo di contegno… o no?
Per tutti coloro che in realtà se ne fregano delle pose intellettualoidi e cercano una via di fuga rapida ed efficace dai pentagrammi ingessati, vengono in soccorso i teutonici FleischKrieg. La loro versione di Relax (e già si parte bene con i Frankie Goes to Hollywood) sembra fatta da superstiti a un passo dall’hangover in una serata a casa dei Village People sotto steroidi, con Right Said Fred, Rammstein e Front242 in pista mentre Al Jougensen ammicca a Divine da dietro la consolle. Una babilonia volutamente sopra le righe (ma pure sotto, a destra, a sinistra, davanti, dietro…) che in un mondo ideale potrebbe diventare la cover trash meglio riuscita del nuovo millennio. Tutto è portato all’eccesso, tanto negli arrangiamenti quanto nel videoclip VM14 che fa da compendio.
Inutile negare che roba simile non sta bene di fianco alla vostra collezione di Ryūichi Sakamoto, ma lo sapete benissimo che al secondo ascolto non ve la toglierete più dalla testa.
Fate spazio nello sgabuzzino delle vostre perversioni imbarazzanti e lasciatevi andare, non lo saprà mai nessuno. Fidatevi.