Medicazioni noir da gitani e demoni.
I medici a cui crediamo sono quelli che ci ispirano fiducia, quelli che negli anni non ci hanno mai fregato né tradito, quelli che hanno saputo curarci nelle maniere più disparate, riuscendo sempre a salvarci dalla malattia fuori e dentro di noi.
Gitane Demone è uno di quei medici in cui bisogna credere ciecamente. Una carriera quarantennale in cui non ha mai veramente sbagliato un colpo, seppur con fasi alterne di popolarità (relativa, si parla pur sempre di underground). Una delle voci più caratteristiche nel suo genere, una delle icone che tuttora fanno rizzare le orecchie ai nerovestiti di mezzo mondo.
La sua voce è quella che guida i neonati Doctors We Trust, che con Static Memoir scrivono un pezzo tutt’altro che vintage, che si snoda lungo un neo post-punk asciutto e schietto e si infila diretto dentro allo stomaco come uno shot offerto a sorpresa da consumare tutto d’un fiato.
Gli Hives vorrebbero averla scritta. Gli Horrors interpretata. Trent Reznor pensata per una colonna sonora di Tarantino. E i Cramps purtroppo ci hanno lasciato troppo presto ma avrebbero sicuramente chiesto di farne una cover.
Una sfrenata danza voodoobilly in chiave electropunk che in quanto efficacia fa il paio con il nuovo singolo dei Symbolism (dove milita Rikk Agnew, attuale compagno di vita di Gitane), a dimostrazione che c’è modo e modo di invecchiare. La Demone in questo sia d’esempio a tutte le giovani cantanti che si atteggiano a ribelli: vediamo se passati gli anta vi darete alle lagne melodiche “perché ormai sono vecchia” o se continuerete a spaccare come l’ex Christian Death.
Doctors We Trust Gitane Demone Christian Death
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