L’unica guerra giusta, che speriamo non finisca mai.
Un vecchio amplificatore, un tramonto su un prato brullo, le dita sulla tastiera, e la testa torna in quello specifico e magico non-luogo che esiste solo per le canzoni – lunghe, trascinate con malinconia potente per minuti e minuti – degli War on Drugs.
C’è in loro qualcosa, una scintilla di urgenza, un barlume di profezia che, nonostante i riferimenti evidenti e nonostante si tratti di una band di questi anni, ti fa in qualche modo pensare che stai ascoltando qualcosa non solo di bello, ma che resterà. D’altra parte, è per questo che hanno fatto quel non-luogo, ed è (anche) per questo che dovremmo ringraziarli – e per la possibilità di tornare a visitarlo nel breve intervallo di uno schiocco di dita, o di un dito che preme play.
Che poi il pezzo pubblicato pochi giorni fa – che vanta la collaborazione delle due voci dei Lucius, gruppo indie pop di Brookyln, ai cori – sia pure la title track di quello che si annuncia come il seguito ideale di A Deeper Understanding – l’album che ha una volta per tutte condensato quello stesso non-luogo – è una notizia ancora più felice. Ritrovare le note gloriose di queste chitarre più grandi della vita e le parole ferite di Adam Granduciel è decisamente un balsamo per questi giorni, ancora di più di quanto non lo fosse sentirle per la prima volta in un 2017 che adesso sembra lontano mille anni.
«I need a chance to be reborn», canta nei primi versi. So do we, guys – e per favore, stateci vicino.
The War on Drugs (feat. Lucius) The War on Drugs Lucius Adam Granduciel