Indie rock à la Monty Python.
Tempo fa, in un tentativo abbastanza pretenzioso di scrivere un raccontone postmoderno, avevo partorito un intero paragrafo di nomi fittizi di band, il cui scopo doveva evidentemente essere la presa in giro dei clichés e delle correnti alternative dei tardi anni 2000. L’umorismo era un po’ autoreferenziale – diciamo pure che mi capivo da solo – anche se lo ricordo con tenerezza.
Com’è come non è, fra band il cui corrispettivo reale era abbastanza lampante figuravano i Sorry I’m Dead, genere: «indie rock timido, sardonico e un po’ à la Monty Python». Ecco, all’epoca non sapevo davvero come potesse essere un indie rock alla Monty Python. Ora lo so: è Courtney Barnett. La melodia beffarda e noncurante di Before You Gotta Go, sorretta da un sound che è una versione asciugata e autoironica degli Strokes, mi sembra l’espressione migliore di quel concetto là, se mai ha avuto un senso.
L’australiana, classe ‘87, sembra anche un po’ uscita da 500 Days of Summer, inguainata nel completo elegante con cui si muove per boschi e spiagge, apparentemente registrando qualunque cosa, comprese le voci di fiori, cavalli, cieli al tramonto, granelli di sabbia e versioni trasfigurate di se stessa. Ciò ovviamente non avviene nella vita reale, ma nel più che surreale videoclip del pezzo.
Things Take Time, Take Time esce il 12 novembre, e non mi serve nemmeno ascoltarlo per sapere con certezza matematica che nella mia testa sarà sempre il manifesto del Monty Python indie rock.
↦ Leggi anche:
Courtney Barnett: Elevator Operator
Courtney Barnett: Nameless, Faceless
Tess Parks & Anton Newcombe: Please Never Die
Courtney Barnett (feat. Vagabon): Don't Do It
The Goon Sax: In the Stone