La rinascita del cantautorato a stelle e strisce.
È possibile che nel 2021 escano album con una profondità in equilibrio tra Jeff Buckley, Antony and the Johnsons e Scott Walker che possano anche fare innamorare i fan dei Radiohead meno sperimentali? Sì.
Lukas Frank, aka Storefront Church, ventisettenne nato a Pasadena – ma con domicilio californiano e animo artistico ben piantato a est – dopo qualche anno di gavetta (ha collaborato tra le altre cose con l’amica d’infanzia Phoebe Bridgers ad un brano per una serie Netflix, Godless) e un EP più che convincente, arriva oggi al debutto su lunga durata con lo splendido e stupefacente album As We Pass da cui è tratto questo singolo. Non ci sono parole adatte per descrivere fino in fondo la delicatezza pungente della sua voce che va ad incastonarsi perfettamente su un tappeto sonoro ingannevole: apparentemente semplice a un ascolto superficiale eppur talmente stratificato da regalare diverse sfumature ogni volta che lo si riascolta.
Il video che accompagna il brano – girato dallo stesso Lukas a quattro mani con il padre Scott (regista nominato all’Oscar ben noto in patria) – è il perfetto compendio che va ad amplificare il senso di rassegnazione malinconica trasmesso dalla musica, quel misto di insofferenza e angoscia che attanaglia chiunque si senta inequivocabilmente la persona sbagliata in un posto sbagliato, ritrovandosi a contemplare il nulla dell’esistere mentre attorno il mondo sembra correre inutilmente, sempre più veloce e spietato.
Il futuro del cantautorato americano – che da troppo tempo ci propinava minestre riscaldate – riparte da qui.