Vecchio, nuovo folk che sa di strade polverose.
Non è una questione di giudizi di valore, ma che nel 2021 si possano ancora scrivere canzoni come questa è una benedizione e un sollievo. Cioè, che i codici e i linguaggi siano cambiati, e tutto si sia spostato verso espressioni che raccontano meglio questi anni è palese. Eppure in America, e non solo là, c’è ancora tanta voglia di suoni caldi, acustici, di sentire il legno e il fruscio delle corde, e di aggiungere nuove tessere al domino delle canzoni raccontate che vanno avanti dall’alba dei tempi. Chi da decenni lamenta una qualche “morte del rock”, senza andare giusto un pelo più in là nel cercare musica uscita negli ultimi tempi, sarebbe sorpreso di sapere quanto il country, il folk e il blues siano vivi, vegeti e freschi come rose. Niente di davvero nuovo, per carità – ma chissenefrega, quando una ballata è limpida, sentita e personale?
Lasciatevi portare quindi in una cavalcata rilassata e lunga attraverso deserti della mente e moti dell’animo, insieme a colui che corre per lunghe distanze e alla sua solitudine. M.C. Taylor, l’uomo dietro al progetto Hiss Golden Messenger, avverte: «Glory Strums è stata scritta nella caotica, verde primavera del 2020 come inno al trovare i posti e gli spazi che ci rendono umani», e ora potete accompagnare a questi tremoli di chitarra e tremolii di armonica l’ascolto di tutto il nuovo album, Quietly Blowing It.
Ne vale la pena, così come perdersi nei frame surreali del videoclip diretto da Vikesh Kapoor, che con naturalezza ci ricorda quanto era bella la vita in toni seppia, sapientemente anticati.