Il Robertone nostro e certe chiese inaspettate dove fermarsi a far riposare l’anima.
L’impatto iniziale non è proprio il massimo, bisogna ammetterlo. La colpa però non è dei CHVRCHES, gruppastro scozzese che impatta i padiglioni di questo ospedale psichiatrico totale, impastando elettronica e rocketto emozionale da sussidiario ribellistico. Loro sono loro, punto. Coinvolgere una gigantessa iconica come Robert Smith nelle partiture decadentiste è un rischio enorme. Hai un mito che respira dentro la tua piccola cristalliera estetica, un dio invitato a prendere il tè nella tua casetta. Reggeranno le travi? Si incrineranno i muri chiamati a far da tempio a una tale potenza della natura?
Ebbene, all’inizio il pezzo è un goth-rock da corsetta mattutina nei giardinetti dietro casa, con il cellulare infilato sul braccio, la mascherina nell’altro in un grigio lunedì da ripartenza del solito giro dell’isolato esistenziale. Poi ecco la voce di Smith che si aggiunge e questo giro d’accordi, con la vociuzza “riordana” della piccola Lauren Mayberry che diventa da venticello a tifone.
Robert Smith non fa che seguire le linee pop imbronciate dei tre giovincelli, aggiungere qualche solforosa tastiera qui e là, mixare con il suo inconfondibile gustaccio il minestrone della band scozzosa, ma ecco che How Not to Drown lievita tra le nostre orecchie, fino a diventare una sinfonia esistenziale che la povera jogger stitica del lunedì mattina, trasformerà in una guerriera amazzone postapocalittica pronta a falcare muri e porte fino a non si sa quale altra dimensione.
Il potere della musica ha bisogno di anime potenti.
CHVRCHES Robert Smith CHVRCHES (feat. Robert Smith)
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