La stravagante opera da tre soldi dell’art rock contemporaneo.
Fresco fresco di uscita, Cavalcade è la definitiva conferma della qualità dei Black Midi. Ancora una volta, infatti, dopo Schlagenheim del 2019, la band di Londra assesta il suo pugno sul grugno della musica contemporanea, sfidandone i crismi espressivi. Questa volta, però, con una maggiore autorevolezza e maturità.
Se infatti le perle prog-neofolk di Ascending Forth e Diamond Stuff o quelle math-core di Slow sono nuovamente espressione della extravaganza del trio (ora – ufficiosamente – senza il chitarrista Matt Kwasniewski-Kelvin), è tirando in ballo la mitica Marlene Dietrich che l’estro dei tre dà il meglio di sé.
Come il titolo lascia intendere, il pezzo è incentrato sulla figura della diva e femme fatale per eccellenza, colei che ha scaldato i cuori (e non solo) di mezzo mondo a partire dalla sua interpretazione di Lola Lola in L’angelo azzurro del 1930. «She whispers Demurely from The Blue Angel / The song we all know, the one that we’ve paid for». Per poi ampliare il tiro con «Her cheeks cradle the holy breath that pumps the lungs of her Mackie Messer», andando a includere fatalmente – in un discorso più che mai onnicomprensivo (non solo musicale, dunque) – anche La ballata di Mackie Messer di Kurt Weill e Bertolt Brecht e inserita in L’opera da tre soldi del 1928.
Che sia proprio Cavalcade l’opera da tre soldi dei Black Midi? A volte si piazza lì l’appellativo di art rock un po’ quando le cose esulano da un confine facilmente definibile. Non sappiamo se effettivamente sia il termine adatto per descrivere quello che prova a fare il trio londinese, ma sicuramente di rock e di arte, qui, ce n’è a bizzeffe. Difficile, oggi – anche per i più curiosi musicofili – riuscire a imbattersi in qualcosa di più ispirato.
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