Spade infuocate per ludici barbecue da video influencer.
I Red Fang non sarebbero i Red Fang senza YouTube. Non c’è band in ambito metal che abbia saputo sfruttare meglio le possibilità visive e sociali di questi quattro birraioli americanoidi. Se non ci fossero stati i loro irresistibili clip, probabilmente li avremmo percepiti come l’ennesimo grumo controculturale nelle langhe sperdute dell’odierna metallurgia. Il sound e lo stile in fondo sono la versione in scatola dei Mastodon, ma nei video questo si dimentica, davanti alla versione infernale dei marmittoni vs l’andropausa e questo crea un equilibrio perfetto tra l’esserci e il farci che è il segreto delle band considerate addirittura geniali.
Il nuovo singolo, Arrows, non aggiunge una ceppa alle solite scarrozzate con i riff trafugati dal baule di Tony Iommi, ma accostato alla storia della katana diventa tutta un’altra faccenda. Orde di condivisori con la birra barbuta e le cornine emotizzate non potranno resistere e lo spargeranno nell’interregno nettaro.
I Red Fang rappresentano l’uomo divano medio che popola oggi il mondo salottiero del COVID. Camicia a scacchi, barba più o meno scolpita, serie in streaming, i Black Sabbath in cuffia e una chitarra per volare alle montagne della follia.
Arrows omaggia i Corrosion of Conformity, i film di samurai e la pancetta fuori dal bottone. Vi pare poco? I Fang sono i metallari fuori dalla mente, oltre la mascherina della realtà virtuale fatta di addominali scolpiti, principesse in pericolo con le tette grandi e i draghi buoni che danno passaggi. Sono il nerdismo al potere nell’accezione del pawa, quindi con le borchie, il denim, il leather, le action figures dei Kiss e fiumi di luppolo artigiano. Uno spettacolo, a modo loro, insomma.