Giochi d’ombra a tinte cupe, ma sempre e comunque a tinte rock.
I Pink Turns Blue fanno rock. Più precisamente la band tedesca mischia con sapienza new wave chitarristica e post-punk. Generi che agli albori si opponevano a ciò che era considerato rock, ma che di fatto ne utilizzavano lo stesso linguaggio pur dicendo cose diverse, tanto che venne coniato per gruppi simili il termine gothic rock, dove gotico – va ricordato – è un aggettivo.
Sono attivi dal 1985, eppure ascoltando il nuovo singolo non sembrerebbe: There Must Be so Much More suona fresca e schietta come se fosse uscita da una sala prove abitata da adolescenti in piena ispirazione creativa, con un senso di urgenza comunicativa da fare invidia ai ventenni.
Il pezzo si muove malinconico dipingendo a tinte cupe la scarsa consapevolezza di sé che troppo spesso porta a chiudersi dentro una stanza immaginaria, privando l’esistenza di qualsivoglia forma di ottimismo. Il break centrale è il monito: deve esserci di più. Ed ecco che le chitarre entrano davvero in scena, un grido che è un invito a non lasciarsi andare e a combattere la negatività che (soprattutto in questo periodo) ci circonda.
Un singolo catartico per rialzare la testa e riprendere in mano le redini della propria esistenza. Una grande conferma per una delle band più sottovalutate del genere, che – pur muovendosi sempre ai margini del mainstream – ha influenzato in maniera decisiva decine di gruppi ben più fortunati (qualcuno ha detto Placebo?)
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