Oltre i capelli verdi, le unghie firmate e certi rapporti che fanno male all’anima.
Dopo aver guardato The World’s a Little Blurry, documentario intimo quanto profondo su Billie Eilish, mi è parsa chiara fin da subito una cosa. Ricordate quando a inizio anni Novanta si diceva che Kurt Cobain e Eddie Vedder erano le voci di una generazione? Carica di certo di non voluta – a dir la verità nemmeno mai accettata del tutto – dai diretti interessati, ma tant’è. Chi ascoltava i Nirvana e i Pearl Jam pendeva letteralmente dalle loro labbra. Ogni parola che proferivano veniva passata sotto la lente d’ingrandimento, non solo dalla stampa, ma pure dai fan, che traevano importanti lezioni di vita da quanto affermavano (o blateravano, poco importa) i propri eroi musicali.
Dopo tanti anni di assenza di vere icone in grado di meritarsi quell’appellativo, oggi possiamo dire che Billie Eilish è senza alcun dubbio la voce di una nuova generazione, quella delle ragazze e dei ragazzi che vanno dai quindici e arrivano ai vent’anni o poco più. Basta infatti vedere le loro espressioni immortalate sotto il palco della giovane popstar di Los Angeles per rendersene conto.
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Va sottolineato che questa non è una cosa capitata per caso, Billie ha infatti una dote naturale, quanto rarissima, di riuscire a parlare di problemi e stati d’animo che gli adolescenti di oggi provano, sentono e spesso scontano sulla loro pelle. Non solo. Con questa nuova Your Power, per esempio – dove mette da parte i contagiosissimi ritmi presenti in diverse hit del suo disco di esordio – mette sul piatto un coraggio che ben pochi, negli ultimi anni, hanno dimostrato di avere.
Il primo estratto dal suo secondo album, Happier than Ever, in uscita il 30 luglio, si discosta infatti parecchio dai grandi successi dalla nuova regina del pop, collegandosi agli episodi più intimi presenti in When We All Fall Asleep, Where Do We Go?. Chitarra acustica e una voce che arriva dritta dritta alle orecchie dell’ascoltatore, nient’altro. Ma per essere la voce della generazione dei giovani d’oggi, probabilmente non è richiesto nulla di diverso e in fondo va più che bene così.