Anche i vecchi nel loro piccolo (si fa per dire) si incazzano.
Tutto si può dire di Mick Jagger tranne che sia un NoVax terrapiattista o negazionista. Il dolore umano che ha colpito le persone alle prese con l’isolamento causato dal lockdown lo ha ben descritto nel pezzo degli Stones dell’anno scorso, senza proclami né prese di posizione ma con una grande empatia dolorosamente lucida. Ma, appunto, è passato un anno.
E nonostante qualcuno sospetti che i membri degli Stones siano immortali, per lui come per tutti vuol dire aver gettato dodici mesi e passa di vita e progetti al vento. Tempo che non tornerà più perché, diciamocelo, quando la Signora con la falce busserà alla porta non è che mostrando il plico di autocertificazioni ci sarà un bonus di permanenza extra. Quindi il baronetto è incazzato. E vuole dirlo al mondo. E per farlo chiama l’uomo più buono e disponibile del music stardom, quel sempiterno fan della musica a cui è andata bene che risponde al nome di Dave Grohl. Il risultato, manco a dirlo, è stellare.
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Puro rock and roll stradaiolo e sleazy, a dimostrazione della incredibile versatilità di Grohl che qui fa tutto, lasciando lo spazio che serve a un’icona come Jagger, che a sua volta prende l’occasione per sciorinare una lista di luoghi comuni e non che lo/ci hanno assillato in questi mesi. Bombardati dai media, risucchiati in noi stessi, tra paura, superstizione e situazioni da film, siamo stati catapultati in una quotidianità che sino a due anni fa ci sembrava non solo fantascientifica, ma inaccettabile. Mick è saturo, e nonostante il refrain positivo preveda che «sarà solo un ricordo che proveremo a dimenticare» è impossibile non sentire sulla propria pelle parte dell’astio e dell’insofferenza strafottente che traspare da testo e interpretazione.
La gestione del tutto da parte di chi ne ha il potere ha riversato come sempre colpe e responsabilità sui singoli, singoli che se fino a poco tempo fa si sentivano schiacciati da questa densa cappa di negatività (situazione ben descritta da Nick Cave in Balcony Man) ora cominciano a pensare che no, non è andato tutto bene ma che tutto questo non può e non deve andare avanti in eterno. È l’ordinary man che (ri)alza la testa, si strofina gli occhi e comincia a porsi delle domande, che si chiede cosa sia diventata la sua vita e perché. E lo fa in maniera apparentemente scanzonata, sfacciata e senza peli sulla lingua, in piena tradizione Stones. Un attacco diretto ai media come forse nessuno era riuscito a fare in maniera così efficace negli ultimi mesi: servivano due veterani di questo calibro per affondare la lama nei punti giusti, un colpo da maestri che è un anthem per tornare a essere vivi.
Spegnere la TV e alzare il volume è il modo migliore per ringraziare Mick e Dave per questo regalo inaspettato; riprendere in mano ciò che siamo è il dono che dobbiamo fare a noi stessi. Ora.