L’anti-anthem politicamente scorretto per la pandemia del secolo.
Ci si potrebbe anche restare male. Stupefatti, o come suonava il buon Angus un bel po’ di tempo fa, Thunderstruck. Perché se è vero che nell’ultimo anno ci sono state innumerevoli canzoni che in un modo o nell’altro toccavano il tema della pandemia in corso, sembra proprio che questa Disinfect sia stata scritta prima.
Sembra. Eppure il testo non potrebbe essere più attuale.
Che i Black Honey siano stati sinceramente degli ignari precursori o che stiano usando la cosa a mo’ di pubblicità poco importa: ciò che conta davvero è che il brano arriva dritto come un treno, muovendosi vizioso e famelico come una femme fatale schizzata fuori da un film di Rodriguez. Sezione ritmica asciutta e assassina, chitarre tanto sornione quanto spietate e voce sensuale, viziosa e baby tossica per un risultato caldo e sfrontato – colonna sonora (per caso?) ideale in questi mesi in cui le radici primitive del rock and roll sfacciato e accusatorio sono state lasciate da parte un poco a favore di altre scelte stilistiche.
Per chi vent’anni fa aveva letteralmente perso la testa per le Von Iva, i Black Honey saranno la band del momento. Da ascoltare senza remore, anzi: fateli ascoltare anche ai vostri vicini. Da casa vostra ovviamente.