Rimandare abilmente la pensione a data da destinarsi.
«Ce l’avete tutti il mio ultimo disco?» – domanda che qui va oltre la semplice retorica.
Il fatto è che la moda del metatestuale è ormai calata pure sugli artisti che di postmoderno non avevano nemmeno la minima ombra. Così anche il mitico cantautore nordirlandese decide di riflettere sul medesimo punto: la sua stessa produzione musicale. Il vincolo di un nuovo lavoro, un nuovo disco, il dover stare ancora in piedi.
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Lunga vita a Van the Man, ancora una volta! Dopo quasi sessant’anni di musica sembra che le vecchie canzoni non siano invecchiate, se non altro non quanto i tempi che, rapidi e inesorabili, passano loro di fianco. Ed ecco, dunque, ad apertura di una nuova decade il meta-Van Morrison.
L’omonimo disco Latest Record Project verrà pubblicato il prossimo 7 maggio e – data la comparsa di un emblematico Volume 1 a corredo – sembra porsi come il primo tassello di una serie che allontana ancora di un po’ la fine di un artista che sembra tutto tranne che appartenere a un’altra epoca. Il nuovo disco del vecchio cantastorie: semplice, no?
Perché alla fine qui c’è il solito Sir George Ivan Morrison di sempre. Divertito, entusiasta, aiutato, come nel ritornello, da un coro di voci («shalla-la-la») che continuano ad andare dietro alle infinite ripetizioni del chorus stesso. Ci si aspettava altro? Forse no. Ci basta? Decisamente sì. Nell’attesa del suo ennesimo ultimo disco, ovviamente.