EBM d’assalto contro il logorio delle prossime canzonette estive.
Quando uno pensa alla Spagna automaticamente il cervello si riempie di immagini calde: paella e sangria, spiagge assolate, vida loca e amenità varie. Sono luoghi comuni, dei modi di dire superficiali viziati spesso dal pregiudizio o dalla scarsa cultura.
A causa di questi preconcetti, il fatto che proprio da quella nazione venga fuori una band di EBM vecchio stampo stupisce il lato ignorante dell’ascoltatore curioso, ma questa poco nobile attitudine viene presa subito a schiaffi in maniera beffarda dall’orecchio, rapito irrimediabilmente dalla musica del duo.
Ironici, irriverenti, pungenti, gli ECM hanno imparato perfettamente la lezione da gente come i Front242, proponendo un’elettronica apparentemente leggera ma letale, che finge di non prendersi sul serio ma che in realtà picchia duro sia a livello sonoro che sul piano lirico. Il sarcasmo politicamente scorretto sussurrato tra le righe di un testo accusatorio si sposa infatti alla perfezione con i beat implacabili del pezzo, che costringe a battere il piedino incazzato purché fasciato in un anfibio al ginocchio pronto a disintegrare una ciabatta floreale.
Attitudine strafottente per un pezzo elettropunk da custodire gelosamente e da usare come contrattacco quando alla vigilia dell’estate cominceranno a propinarvi quei tormentoni terribili spacciati per latino-iberici e registrati probabilmente sotto casa vostra.