Gli unici dinosauri che hanno imparato l’arte di non estinguersi.
Invecchiare a volte rende cinici, per mille motivi. Ci si riempie la bocca di buoni propositi, ma spesso il tutto si limita alle parole: per i fatti c’è sempre qualcosa di più importante. Anche vedere un vecchio amico, qualcuno con cui magari si è condiviso un lungo periodo della nostra esistenza – quello dell’adolescenza, ad esempio – può diventare un problema. Perché poi la vita prende il suo corso, le strade si dividono e le possibilità di reincontrarsi – oltre a essere poche – vengono a volte evitate per supposta mancanza di tempo e stimoli. Alla fine il lato adulto ci batte sulla spalla insinuando che dopo tutto quello è il passato, bellissimo da ricordare, ma insomma… si vive il presente, no?
Poi però capita che ci si incroci davvero. Con un po’ di imbarazzo colpevole ci si siede, ci si scruta un secondo, quasi impauriti del giudizio o di rimanere in qualche modo delusi, e si comincia a parlare. Ed è lì che capiamo quanto sia stupida e piena di preconcetti idioti l’idea stessa di crescere. Perché sotto ai primi capelli bianchi, alle rughe, al fisico meno tonico e alle mani non più lisce, ritroviamo subito quel tono di voce. Quello che conosciamo a memoria e che tante volte ci ha fatto compagnia nella buona e cattiva sorte. Ci sentiamo più leggeri. Ci sentiamo, finalmente, a casa.
Lo stesso effetto lo si ha ascoltando questo nuovo singolo dei Dinosaur Jr., veterani che – anche se hanno già detto tutto e di più – rimangono un punto fermo imprescindibile per chi li ha amati alla follia. Perché magari non sono più cool e non si brama più freneticamente nell’attesa di una loro nuova uscita, perché ormai “si è grandi e si ascolta altro”. Ma bastano le prime note di I Ran Away per far sciogliere il cuore, ritrovando quel groove barcollante che gronda emotività, Mascis che canta sempre come un Neil Young particolarmente scazzato e una serie di soli di chitarra incredibili che saranno pure sporchi, ma che solo lui sa fare esattamente così. E riprendiamo confidenza con noi stessi, contatto con il nucleo di ciò che eravamo e siamo, al netto di Torri Gemelle, separazioni, crisi economiche, licenziamenti o pandemie varie.
Il potere e la forza di artisti così è quello di legarci da sempre alle emozioni essenziali, che se ne fottono delle pose più adatte al momento e del passare del tempo. Perché l’amicizia, come la buona musica, non ha età, ed è bello che ogni tanto J e compagnia vengano a ricordarcelo così.