La Torino più nera compie gli anni, senza perdersi in scaramanzie di sorta.
27 è un numero che per molti significa pericolo: basti pensare al famigerato club per far spaventare buona parte dei superstiziosi di mezzo mondo. Altri invece semplicemente se ne fregano e vanno avanti per la loro strada.
I Burning Gates – veterani dell’underground italiano più dark – proprio quest’anno festeggiano il ventisettesimo anno dalla fondazione: una carriera fatta di migliaia di piccoli passi, una manciata di soddisfazioni, un lungo stop e una ripresa più che convincente in nome di una totale dedizione nei confronti della propria musica, frutto di un’integrità artistica che li porta orgogliosamente a pubblicare oggi un nuovo EP.
Il gothic rock non è mai stato una moda per Michele Piccolo e compagnia, ma una vera e propria fede che ha permesso alla band di creare un sound personale e riconoscibile, al punto tale che, se si devono per forza trovare delle influenze in questa Solitude and Freedom, bisogna tornare indietro di un paio di decenni e riascoltare proprio i Burning Gates degli esordi, a riprova di come il loro guardare avanti non abbia mai significato perdere di vista completamente il nucleo di ciò che erano.
Melodia e rabbia, chitarre sanguigne come gardenie pronte a tingersi di rosso, sezione ritmica impeccabile e un testo tutt’altro che sopra le righe per un risultato che gronda coerenza, caparbietà, qualità. Una band dura e pura, che rimane una garanzia nel panorama oscuro italiano e non.