Napoli violenta, sorniona e pure un po’ blasfema.
I Devils sono un gruppo formato a Napoli poco più di sei anni fa da Gianni Blacula, alle chitarre, e Switchblade Erika, alla batteria. Il loro suono – seppur largamente influenzato tanto dal blues degli albori (quello di Jimmy Reed per intenderci) quanto dalle sonorità care ai Cramps e ai Sonics – è molto personale e in grado di depistare l’ascoltatore circa la loro totale italianità.
Dopo i primi due dischi – schegge impazzite con una potenza pari a quella di un camion sparato a 200 chilometri orari in una provinciale – per il loro nuovo album hanno deciso di far le cose in grande. Hanno infatti chiamato nientepopodimeno che Alain Johannes – che ha militato negli Eleven, ma che ha soprattutto prodotto diversi lavori di Chris Cornell e Queens of the Stone Age, tanto per dire – il quale, innamoratosi immediatamente della diabolica proposta del duo, ha deciso di produrre in men che non si dica la loro terza prova in studio. Non pago, ha pure chiamato l’amico Mark Lanegan che compare alla voce del lato B del nuovo singolo. Il lato A è invece occupato da Real Man, un trascinante pezzo blues rock con echi garage che parla di una prostituta che non riesce più a trovare marciapiedi per continuare a esercitare la professione più vecchia del mondo. Mica cazzi, eh.
↦ Leggi anche:
The Devils: Red Grave
Pare ormai chiaro che la scommessa sul successo dei Devils sia stata vinta. Ora non rimane che attendere il 23 aprile per ascoltare Beast Must Regret Nothing che si annuncia, ovviamente, luciferino. A proposito, solo io sento un inebriante odore di zolfo?