Un giovane eroe dell’americana-roots rock alla ricerca della verità.
Americana, lo chiamano, arrotando rigorosamente la pronuncia, e Parker Millsap ne incarna i crismi. Un country folk frizzante, retto dalla chitarra acustica e dai suoi guizzi birichini, e una voce dal timbro cristallino che contribuisce a rendere il piatto molto appetibile. È stato paragonato, stilisticamente, a un Elvis primordiale, con riferimento a quando The King flirtava con la musica hillbilly e faceva le live session con contrabbassi picchettati e semiacustiche cowboy.
Al di là dei paralleli ingombranti, di maggiore interesse è la real thing, e Millsap la pensa esattamente così. «Give me something real / Give something true / Give me something I can feel», snocciola disinvolto e pulito dopo i primi arpeggi. C’è voglia di onestà e di andare a esplorare il nucleo delle cose, e questo è tremendamente americana, in effetti.
Ma la canzone ha bucato vari strati di significato anche agli occhi di chi l’ha scritta: quando è nata, credeva di essere stata concepita perché l’autore era «on the road, missing my wife», poi ha assunto la funzione di messaggera di una frustrazione verso i social network, e infine è tornata sui suoi passi durante l’infame anno del virus, rappresentando la voglia divorante di contatto fisico. E infatti il video – diretto da Jacq Justice – gioca su questi strati: cosa abbiamo degli altri? Solo il riflesso o anche la vera persona?
Quel che sappiamo è che ad aprile esce Be Here Instead, prodotto da John Agnello (Kurt Vile, Sonic Youth), e che dentro c’è sul serio the real thing – probabilmente in tutti i sensi.