Danze primitive in scenari post-industriali.
Napalm Death, Scorn, Painkiller, oltre a innumerevoli altre collaborazioni e progetti. Questo è il bigino del curriculum vitae di Mick Harris, classe 1967 da Birmingham. Per chi lo conosce, uno dei pilastri della musica underground a 360 gradi – dal grind all’electro, passando per il free jazz d’avanguardia. Per chi se lo è perso, un pozzo infinito dal quale attingere distillati di storia musicale degli ultimi 35 anni.
Torna oggi con un 12”, uno split condiviso con Justin Broadrick e i suoi JK Flesh. Quasi un back to the roots, dato che da adolescenti i due facevano parte della prima formazione seminale dei sopracitati Napalm Death.
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JK Flesh: Human Pack Animals
Napalm Death: White Cross
Napalm Death: Amoral
Con il progetto Monrella assalta i padiglioni auricolari sia con Big Game che – e soprattutto – con questa Abrasion Resistant, dove Mick va a muoversi in territori techno-industrial per trasformare la musica in un cappio che stringe il collo e rende il battito cardiaco accelerato e intenso, tra distorsioni, rasoiate senza fine e richiami ai Throbbing Gristle più intransigenti. Una danza viziosa e spietata, una distruzione meccanica iconoclasta scandita a chili di bpm che annichiliscono la mente accendendo istinti primordiali.
Un altro tassello in una carriera artistica che non ha mai mostrato segni di cedimento per un EP da recuperare assolutamente.