Inni nichilisti butt-punk, tutto sommato divertiti (e divertenti).
Gli Editrix sono Steve Cameron, Josh Daniel e Wendy Eisenberg. Steve sta al basso, Josh è alla batteria, Wendy canta e suona la chitarra… e «Dio suona il synth» si legge sulla loro pagina Bandcamp. Considerata quest’ultima notizia, quasi un supergruppo, si potrebbe azzardare!
Ironie a parte, a Easthampton, Massachusetts le cose sono fatte un po’ all’inglese – come ora si suol dire “à la butt-punk”. E infatti i richiami all’ormai sdoganato fenomeno post-punk britannico sono piuttosto espliciti. Eppure, dal canto della Eisenberg, si potrebbe tranquillamente dire che non è nient’altro che una prosecuzione dei Sonic Youth. Ma non finisce qui.
Già, perché la ragazza è quanto mai nota nell’underground come vero personaggio culto e i suoi inni nichilisti più che apprezzati da ben prima che uscisse il disco di debutto. Come la title track, ottima sintesi di tutto il marasma di influenze che ci sta dietro: quel riso sardonico del punk radiofonico, quel pizzico di indie-pop e – per i palati più amanti della ruggine sferragliante – il caro e vecchio noise.
Per finire, va da sé che troveremo anche Anthony Braxton e Captain Beefheart, lungo questa strada lastricata di vecchie intenzioni e di novelli cuore e spirito. Chissà che non abbiamo davvero davanti un nuovo piccolo, grande fenomeno di culto preannunciato. Mille views su YouTube, per ora, parlano solo di una piccola perla nascosta. Attendiamo fiduciosi.