Un silenzio del cielo che tranquillizza e non inquieta.
Silent Skies è il nome di un progetto che vede coinvolti il frontman degli Evergrey, Tom S. Englund, e il pianista di formazione classica Vikram Shankar. Il primo è un massiccio e romantico gentiluomo con capelli e pizzetto pennellati del nero del gatto di Poe, l’altro sembra più un malarico poeta uscito da un racconto di Rudyard Kipling. D’altra parte, Englund è un musicista affermato e Vikram solo un talentuoso spasimante nessuno, reo di aver caricato su YouTube una propria rilettura di un pezzo della progressive metal band svedese: Distance. Il cantante ha ascoltato la versione di Shankar, qualcosa è scattato dentro di lui e il seme di questa romantica storia creativa ha condotto all’uscita di un singolo dal titolo Horizons e, dopo un solo anno al fresco Satellites, da cui è tratta questa Here Comes the Rain Again, altro pamphlet acustico ideale per le giornate alluvionali di questo inverno inchiavardato.
Il pezzo è un assaggio interessante dell’intero album. Lo è perché mette in primo piano l’aspetto più bruciante e sensibile dei Silent Skies. Il brano è una dichiarazione d’amore alle intemperie della vita, oltre che all’originale degli Eurythmics, con voce e tastiere che salgono come una marea, a ritroso lungo i pendii delle cime tempestose della nostra esistenza travagliata. Il piano e gli arrangiamenti cullano il cuore mentre Englund accenna un percorso melodico dimesso, ma senza spasmi o arzigogoli tracheali.
Per la prima volta il silenzio del cielo non trasmette alcun senso di rifiuto ma una quiete che ascolta con noi, la pioggia cadere ancora una volta.