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Darc Rama: Out of My Hands
Beata gioventù!

Le mele non cadono lontano dalle piante: lettera aperta a un figlio di.

Tuo nonno era il papà di Robert Smith, che quindi è tuo zio, ovvero il fratello di tua mamma Janet, quella che aveva anche suonato sul 7” dei Cult Hero e nella versione flexipop di Lament. E tuo papà? Ma certo! È Porl Thompson, ora Pearl, che nei Cure ha passato buona parte della sua vita, sia come musicista sia come grafico con la Parched Art.

Lasciatelo dire, tu non sei un figlio d’arte: tu ci sguazzi proprio dentro. E non ti bastano i lavori con la tua band, i DrowningBoy (un nome che suona familiare): fai anche le cose per conto tuo! O meglio, fai tutto da solo e lasci che a curare il video sia tua sorella Noosha, che da papà ha preso la maestria nella grafica.

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Ok, sembra una telenovela, ma tu ci confermi che non lo è.

Signor Darcie Thompson, bisogna ammetterlo, sai il fatto tuo e non hai paura a metterti in gioco. Ma il pezzo com’è? Beh, dire che sia originale al cento per cento sarebbe falso, ed è impossibile a un primo ascolto non fischiettarci sopra la parte di tastiera di The Perfect Girl, eppure dopo un paio di replay entra in testa e fa compagnia, con quel pop leggero e spensierato su cui si posa un testo d’amore malinconico cantato a filo di voce.

Ci credi, al punto tale da farne anche una versione quasi dal vivo – direttamente dalla tua cameretta – che forse funziona ancora meglio grazie all’immediatezza, data anche dal tuo volto che non può nascondere la tua giovanissima età.

Insomma Darcie, dallo zio e dal papà non hai ereditato solo le Schecter, ma anche un certo modo di comporre e interpretare. Probabilmente non passerai alla storia come loro, ma comunque grazie: un bel pezzo pop fatto come si deve fa sempre piacere e nonostante le mille similitudini riesce a suonare comunque meno artificiale di tanta roba proposta da tuoi coetanei e non.

Darc Rama Robert Smith The Cure Cure 

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