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Una volta alla settimana compiliamo una playlist di tracce che (secondo noi) vale davvero la pena sentire, scelte tra tutte le novità in uscita.

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A volte è necessario approfondire. Per capire da dove arriva la musica di oggi, e ipotizzare dove andrà. Per scoprire classici lasciati indietro, per vedere cosa c’è dietro fenomeni popolarissimi o che nessuno ha mai calcolato più di tanto. Queste sono le storie di HVSR.

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PLAY DEAD: Six Hours Later
I ragazzi della 56ª strada

Londra chiama, loro rispondono con una storia di anfetamine e amicizia.

C’è questo ragazzo che un giorno compra un sacco di metanfetamine e – per non sbagliare – decide di prenderle tutte in una volta sola. Dopo sei ore non sente alcun effetto e torna a casa sua. Si sdraia nel suo letto, inizia a pensare alla sua vita, ai suoi amici, alla scuola. Proprio in quel momento, la chimica inizia a fare effetto… e non è finita qui.

I PLAY DEAD, giovane gruppo londinese, si prendono esattamente due minuti e diciassette secondi per raccontare questa storia, con un piglio decisamente hardcore, di quello bello tosto, che si suonava un tempo e che le nuove generazioni paiono aver dimenticato – tutti così presi ad assomigliare a Chris Martin e compagnia brutta.

Con Six Hours Later, il terzo singolo che anticipa il loro primo EP in uscita a inizio 2021, la formazione decide di spingere l’acceleratore al massimo buttandosi di fatto dentro al calderone di gruppi inglesi incazzati a nastro contro tutto e tutti (non gliene si può fare una colpa, con quel coglione di Boris Johnson a capo del loro paese).

Se siete fan degli IDLES o degli Shame, questa è una band che non dovete assolutamente perdere. E se Dio si è ormai rotto di salvare la regina, speriamo dia almeno una chance a questa nuova ondata musicale che, all’ombra della Union Jack, riesce a stupire ogni giorno di più.

PLAY DEAD 

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