Surfare ingrugniti facendo il dito medio ai bagnanti.
Ogni volta che i Melvins pubblicano qualcosa fanno centro. Dopo ormai più di trent’anni verrebbe da chiedersi come facciano: una carriera zeppa di vette incredibili alternata a paesaggi dove al massimo si scendeva sul livello del mare. Mai si è scavato nel putrido e non è da tutti.
Non fanno eccezione le cover, sempre dritte al punto, dove il confine tra dissacrazione e venerazione è talmente labile da diventare un tutt’uno.
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Prendiamo questo nuovo tributo ai Beach Boys, scelto come primo singolo del prossimo album Working with God: se da una parte fa sorridere la sfacciataggine blasfema con cui King Buzzo & Co. si approcciano al testo, dall’altra non si può non rimanere a bocca aperta di fronte alla fedeltà con cui il brano viene risuonato, riarrangiato e ripensato. È talmente perfetta che a chi conosce davvero la storia dei Beach Boys e dei suoi componenti viene quasi un sospetto: e se fosse questa la versione originale che i fratelli Wilson avevano davvero in mente? E se furono invece costretti a rimaneggiarla per evitare le censure dell’epoca?
Dicci Buzz, Brian ti ha lasciato le partiture e i testi originali? Perché qui si rasenta la perfezione in maniera totale. Probabilmente la cover dell’anno, ma non poteva essere altrimenti: d’altra parte, sono i Melvins.