Un bel quadretto horror per scatenare in pista le proprie membra decomposte.
Che vengano avanti i freak, gli sbagliati, i diversi e (in barba, virtualmente, a normative di contenimento del virus che prevedono coprifuoco stretti) il popolo della notte: il mostro del dottor Frankenstein (e non già Frankensteen) è tornato, ed è pronto a scatenare le sue membra assemblate e cucite malamente sulla pista, all night long.
Sì, insomma: gli Editors – coloro che hanno dato una bella mano di vernice agli anni Ottanta e alla new wave per ridarceli pieni di malinconia nuova di zecca – hanno pubblicato un remix di una traccia già in partenza piuttosto serrata e ossessiva, passata attraverso le sapienti quattro braccia di Joyhauser, duo belga con le mani in pasta nella techno e nell’elettronica.
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Il risultato è un Frankenstein al cubo, che non può fare a meno di avvolgere chi ha l’incauta idea di farlo partire, ingoiando la bella voce di Tom Smith per renderla appetibile ai dancefloor, senza fare prigionieri. «A song of joy and escapism» – come la traccia originale era stata definita dal suo autore – che qui ne esce fuori espansa, demolita e ricostruita totalmente da zero, con una robusta manciata di joy ed escapism in sovrappiù. «Signora, so’ tre etti, che faccio, lascio?» – ma sì, lascia pure.
E abbandoniamoci alle spirali dei synth, liberiamo il corpo insieme ai bassi martellanti, e torniamo con tutte le scarpe a una festa felice di ragazzini dark dove si ballavano incoscientemente i Cure e i Joy Division, ché forse ne abbiamo tutti un po’ bisogno.
In definitiva: SI-PUÒ-FARE!