Rifugi di spettri elettronici fatti in mille pezzi, ma di nuovo tirati a lucido.
Torna a sorpresa una delle collaborazioni più intriganti del panorama dell’elettronica sperimentale. Burial e Thom Yorke, di nuovo culo e camicia con Four Tet – proprio come nel 2011 – per tirare fuori dal cilindro un’altra doppia gemma.
Si è parlato spesso di fantasmi, al cospetto delle apparizioni di questi giganti della produzione brit del pop elettronico colto, e ritrovarceli di fronte certo non spaventa, anzi: sembra una piccola manna dal cielo, anche se non tutto quello che sentiamo è totalmente nuovo. La sezione di His Rope, per esempio, rispolvera Fostercare, un vecchio pezzo dello stesso Burial, in una tonalità più eterea e radioheadiana, ma perfettamente in linea con il matrimonio (a tre) in atto.
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Il resto va a sconfinare nei territori di Basinski (sempre i più adatti per una cauta caccia alle ombre e agli spettri). Parliamo di atmosfere che rimandano ai suoi vecchi loop disintegrati, che allontanano il tutto da quella mistura alternative dance mista a IDM che aveva caratterizzato la collaborazione di dieci anni fa.
Bella fortuna per Phonica, il negozio di dischi a Londra che pare aver ricevuto le copie fisiche di questo vinile di XL Recordings in edizione super limitata. Subito finite, ovviamente. Segno dei tempi che sono, o che furono, o che forse saranno.