Il folk ancestrale della Galizia rediviva.
La riscoperta del folk tradizionale negli ultimi tempi ha regalato numerose perle underground, venute fuori come funghi un po’ da ogni dove. Alcuni direbbero dall’ombra di certe piante secolari, e probabilmente ci prenderebbero.
Tra questi sicuramente sono da annoverare i galiziani Sangre de Muerdago, integratisi a pieno titolo nei neofolk acts di festival come il Roadburn. Ed è forse proprio da lì che qualche amicizia giusta da spendere nel giro è venuta poi fuori.
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Steve von Till, ormai quasi ospite fisso di appuntamenti tipo quello olandese, è rimasto talmente incantato dalla musica portata avanti dai giovani menestrelli spagnoli – che fanno capo a Pablo C. Ursusson, poeta, musicista, scrittore e anima pia del caso – che ha deciso di prestare la sua voce al nuovo brano Xuntas, precursore del disco omonimo.
Il dialetto gallego resta la parte più emblematica delle composizioni dei Sangre de Muerdago, così come la loro lenta e pacata scorribanda evocativa nei territori ancestrali di certi suoni antichi, ormai perduti tra urbanizzazioni e cosmopolitismi che tendono a omologare una cultura florida e variopinta come quella europea. Funziona, sì. Con o senza l’amico dei Neurosis.