La dance seria non è roba per fighette.
Dawn Lintern è una creatura bizzarra. Pendolare tra Londra e Berlino da quasi un decennio, sembra voler portare quella dance derivativamente trasversale figlia del post-punk elettronico a un altro livello, e album dopo album ha raccolto non pochi proseliti nelle balere dell’underground che conta.
Bizzarra perché l’approccio geometricamente teutonico ai brani è smussato e riletto in chiave British – less synths and more strings – quasi come portare i DAF più perversi in un goth club a sud della capitale inglese.
Ritmiche magmatiche, spietate e ossessive, linee di basso assassine che farebbero sbavare i Clock DVA di Buried Dreams e la voce graffiante e incisiva di Dawn sono il trademark di Das Fluff, che con questo Maximum Damage dipinge l’ennesimo anthem schiacciasassi, forse uno dei migliori di tutta la carriera.
Musica da ballo che non fa prigionieri: sensuale, viziosa, perversa, dopata, la colonna sonora ideale per chi assapora gli “enta/anta” con consapevolezza al posto della rassegnazione, forte dell’esperienza postadolescenziale ma ancora con la fame ingorda alla ricerca di sprazzi vitali inconfessabili, quei piaceri che non sono ormai più sconosciuti ma proprio per questo terribilmente allettanti.