Canti per la Vergine Addolorata.
È necessaria una certa dose di talento per arrivare al debutto solista con un album incredibilmente eterogeneo e di spessore, ed è evidente che Heather Galipo – alias Crowjane (da non confondersi con l’omonima band olandese) – ne ha da vendere. Perché è di questo che si tratta: arte pura, figlia legittima di un certo modo di approcciarsi alla composizione e all’interpretazione dei brani che ha radici tanto nella no-wave quanto nel post-punk più raffinato, che pesca da ciò che è stato per creare qualcosa di unico.
Mater Dolorosa è un disco difficile, inafferrabile, profondo, che cresce a ogni passaggio, che richiede più ascolti per essere davvero compreso e amato, tanto è ampio il raggio d’azione della ragazza di Los Angeles. Eppure poco alla volta i pezzi del puzzle trovano la loro posizione, creando un’opera incredibilmente affascinante e profonda. Brani che brillano di luce propria, come Circular Valley, ballata ariosa che apparentemente è una delle tracce meno oppressive dell’album ma che nasconde un approccio tutt’altro che banale alla composizione, fatto di soluzioni DIY ingegnose (il rullante non è altro che una penna che colpisce un foglio microfonato) e di una grazia che è solo una delle mille facce emotive di Heather.
Ciliegina sulla torta è il lavoro dietro al banco mixer del leggendario Paul Roessler (Nina Hagen, 45 Grave, Screamers), magistrale come sempre, e che funge anche da bollino di qualità, come a dire: fidatevi, Crowjane è uno dei nomi più interessanti del panorama underground attuale. Non possiamo dargli torto.