Ci sono cieli in cui ancora sventola alta la bandiera dell’East Coast hip hop.
Conway the Machine è tra i fondatori di Griselda Records, vale a dire una casa discografica che oggi – nel 2020 – propone un revival di East Coast hip hop interessantissimo. Prendiamo i dischi di quegli anni – gli anni ‘90, per chi non avesse capito. Tra Wu-Tang Clan e Mobb Deep, Nas e Notorious, insomma. Ma incupiamoli ulteriormente: beat scarni, freddi, spesso lisergici e stonati il giusto, rallentati e scarnificati. Roba buona “pe’ davero” (come direbbe il Chicoria).
From King to a GOD, titolo in cui trionfano modestia e umiltà, è il suo nuovo album solista. Presenta collaborazioni notevoli – da Freddie Gibbs a Benny the Butcher – e mette a segno diversi ottimi colpi, sia in termini di rap e scrittura che di produzioni e atmosfere.
L’highlight assoluto del disco è probabilmente proprio questo singolo, impreziosito dal featuring di quella leggenda vivente che è (per rimanere appunto nel giro East Coast) Method Man. Su una base narcolettica e inquietante i due si concedono una strofa a testa: impressionismo a pennellate per Conway, che tratteggia diversi bozzetti di vita criminosa tra orgoglio e rimpianti, e virtuosismi a profusioni per l’ex Wu-Tang Clan. La sua parte è infatti un intreccio inestricabile di allitterazioni e rime interne, metafore e autocitazioni. Da gustare Genius alla mano per coglierne tutti i preziosismi.
Per farla breve, la morale è: non disperate, l’hip hop fatto bene c’è ancora e lotta insieme a noi.