Rieccoli, i professoroni del lento.
Un 2020 inaspettatamente generoso di uscite discografiche ci regala anche un nuovo singolo degli Zero 7: Shadows, che preannuncia l’omonimo EP in uscita il 23 ottobre. Era dal 2015 che non ne pubblicavano uno, mentre il loro ultimo album (il pallidino Yeah Ghost ) risale al 2009. Con calma, insomma. Anche se, a dire il vero, la premiata ditta Binns & Hardaker non è mai del tutto rimasta con le mani in mano (lo scorso anno per esempio pubblicavano Aurora e Swimmers).
Di recente mi sono imbattuta in una calzantissima definizione usata per descrivere gli Zero 7: “downtempo legends”, ossia “le leggende del lento” – un’etichetta che in altri tempi sarebbe stata affibbiata, chessò, a Enya. Nella sua sintesi, è una definizione che fa emergere tutta l’unicità di essere una band specializzata in bpm bassi, nel duemilaeventi. E in effetti, gli Zero 7 sono tra i pochi, fieri sopravvissuti di un’elettronica blanda, notturna, elaborata, che però si trasforma in canzone. Quella che magari, per la legge dei vari livelli di ascolto, ti ritrovi come sottofondo alla SPA.
Si pensi, ad esempio, a Simple Things: per chi ha amato un certo tipo di musica, l’unità di misura della nostalgia è il lasso di tempo che separa da quel disco, a suo modo gigantesco. Quello che, per intenderci, sdoganò la futura multiplatino Sia e che consolidò la carriera di José González.
Ecco, si può dire che Shadows, per le sue caratteristiche, per quel suo flirtare con la materia oscura e quel ritorno ad alcune sonorità degli esordi, farebbe la sua bella figura in quell’album. La ciliegina sulla torta è la voce del nuovo vocalist, il cantautore inglese Lou Stone, di impressionante matrice “buckleyana”.
Speriamo bene, quindi – se l’album sarà come il singolo, il culto per gli Zero 7 subirà un avanzamento e loro passeranno da downtempo legends a downtempo holy gods.